Vite comuni

Holt è cittadina inesistente, che l’autore tuttavia colloca in Colorado, i cui abitanti vivono semplicemente, senza inseguire grandi sogni, alle prese con problemi comuni del quotidiano.

Tom  Guthrie è un insegnante di Storia alle prese con la gestione familiare perché la moglie, Elle, vive una profonda crisi personale che la porterà ad allontanarsi dalla famiglia e dai figli, Ike e Bobby, due fratelli “quasi gemelli”, di dieci e nove anni.

Victoria Roubideaux è una sedicenne (alunna di Tom) che la madre chiuderà fuori di casa perché incinta di un ragazzo che ha conosciuto d’estate e di cui non vuole rivelare l’identità. Rimasta senza un posto dove andare, chiederà aiuto alla sua insegnante, Maggie Jonas la quale l’accoglie nella propria casa dove vive con il vecchio padre. L’anziano uomo, con problemi di lucidità,  non accetterà la presenza della ragazza che  Jonas farà ospitare dai fratelli McPheron, due uomini rudi, che vivono in campagna, impegnati con la terra e il bestiame. I due anziani fratelli  riveleranno una profonda sensibilità,  accogliendo  Victoria con  affetto genitoriale ,  cercando di darle tutto ciò di cui ha bisogno, attenti e preoccupati della sua incolumità, soprattutto quando il ragazzo tornerà a cercarla.

La narrazione si svolge seguendo la quotidianità di ciascuno dei personaggi, una  quotidianità, spesso dura e dolorosa, fatta di impegni e incontri non sempre piacevoli.

Ike e Bobby, in particolare, trascorrono parte della loro giornata insieme, distribuendo i quotidiani prima di andare a scuola, preoccupati per la “malattia” della madre sulla quale vigilano in silenzio e che intenderebbero “curare”, regalandole un profumo e una crema.

Tema di fondo del romanzo è l’inizio della vita, nei suoi diversi aspetti e momenti, come emerge dalle vicende dei singoli personaggi: Victoria Roubideaux darà la vita a una  bimba, mentre i due vecchi agricoltori McPheron  saranno protagonisti di un nuovo inizio, impensabile e improbabile, di nonni e padri. Tom si affiderà a un nuovo amore e i suoi figli attraverseranno il passaggio a nuova fase che li porterà lontano dall’infanzia.

“Canto della pianura” fa parte di una trilogia (“Benedizione” e “Crepuscolo” sono gli altri due romanzi) i cui racconti sono ambientati a Holt, unico elemento che lega i romanzi i cui personaggi e le cui vicende sono completamente diverse. Lo stesso autore, mancato nel 2014, la definiva una trilogia larga, sciolta, slegata che, pertanto,  può essere letta senza un ordine prestabilito.

Per quanto riguarda “Canto della pianura”  il titolo richiama il termine inglese Plainsong il cui significato è “canto piano”. Si tratta di una forma di canto, diffusa in epoca medievale, senza accompagnamento musicale, come il Canto Gregoriano. Plainsong, comunque, indica anche una melodia semplice e sobria, ma nel  romanzo richiama l’immagine della pianura, dello svolgimento lineare di vite comuni, ma emblematiche di come sia possibile aprirsi alla vita.

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